Immaginare non è inventare!
Spesso nei miei territori di ricerca utilizzo le vaste geografie del mondo immaginifico dell’aldilà, cosa che mi produce una certa soddisfazione quando si manifesta poi in risultati stupefacenti. 
Nonostante questo, è abbastanza difficile, durante gli insegnamenti collettivi, comunicare che: immaginare non è inventare!

surreal art

La maggior parte delle persone vive in una catarsi dell’immaginifico, costretta e convessa in anni di aldiquà, spinti  dalle circostanze, dall’educazione, dalle istituzioni e infine dal mondo del lavoro (che si sa, è una cosa seria!).

È davvero dura quindi permettersi di lasciarsi andare quando dico loro:
“Bene! Immaginate ora uno schermo sul quale si proietta il vostro Sé.”
A questo punto mi si guarda come dentro ad una boule per pesci e mi si dice: “ma come faccio a sapere che non sto inventando tutto?
Che ciò che vedo non è frutto…” 
“della mia immaginazione?” 

dico io: “Sì! È proprio così! È frutto della tua immaginazione!
Sì! Certo! Non è inventare, ma immaginare!”.

Incredibile come nel tempo ci siamo auto limitati per vivere un quotidiano storpio e fondato sul sacrificio e sulla sfiducia del miracolo!
Oggi, caro viandante vorrei parlarti di immaginazione e di miracolo.

Quando si crede che tale dono possa esistere, le nostre vite ne vengono completamente cambiate e il miracolo inizia ad accadere!
Non si tratta di invenzione ma di vedere ciò che c’è!

Immaginare è vedere ciò che c’è dietro la palpebra chiusa, non creare di sana pianta un qualche cosa!

Ecco che a questo punto ai principianti dell’arte del miracolo succeda di non vedere niente: infinite sfumature di buio! Quello che l’iniziato alla meditazione non conosce è che le infinite sfumature di buio sono già immaginare! 
Con un po’ di pratica si dileguerà la nebbia e inizierà a prendere timidamente forma qualche cosa…piccole sagome senza senso…

Continuando nella pratica appariranno curiosi alberi, improbabili strade, colori stranissimi: le geografie dell’aldilà non sono come quelle dell’aldiquà! Ci vuole certo un po’ di coraggio, quello che occorre a chi si lascia andare allo sconosciuto e a quella sana dose di disobbedienza che gli permette di vedere ciò che fin da piccolo gli è stato chiesto di negare, ed è così che ci si apre alla meraviglia!

Coraggio, mio caro viandante, osa immaginare!

Un po’ al giorno, giusto un po’ ogni giorno…